venerdì 20 agosto 2010

La poesia del giorno

Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me lieve
come un raggio di luna alla finestra.

(Rainer Maria Rilke)

sabato 19 giugno 2010

Epitáfio para...

Pedra coracão

Houve um tempo sem forma, uma fusão
mordida de cristais neste basalto.
Houve decerto um rio, um mar antigo,
onde a pedra rolou.
Houve também um sismo, e outro sismo
agora cumprirà, na mão fechada,
a forma prometida. Assim, exacta,
a pedra se moldou.*



Diaz tu por mim, silêncio

Não era hoje um dia de palavras,
intenções de poemas ou discursos,
nem qualquer dos caminhos era nosso.
A definir-nos bastava um acto só,
e já que nas palavras me não salvo,
diz tu por mim, silêncio, o que não posso.**



Epitáfio para Luìs de Camões

Que sabemos de ti, se só deixaste versos,
que lambrança ficou no mundo que tiveste?
Do nascer ao morrer ganhaste os dias todos,
ou perderam-te a vida os versos que fizeste?***

José Saramago (16 novembre 1922 – 18 giugno 2010)

*Ci fu un tempo senza forma, una fusione/ trafitta di cristalli nel basalto./ Ci fu certamente un fiume, un mare antico,/ in cui ruotò la pietra./ Ci fu ancora un sisma. E un altro sisma/ adesso compirà, chusa qui in mano,/ la forma già promessa. Così, esatta,/ si è plasmata la pietra.
**Non era oggi giorno di parole,/ intenzione di parole o discorsi,/ né c'era strada che fosse la nostra./ A definirci bastava un atto solo,/ e visto che con le parole non mi salvo,/ dillo tu per me, silenzio, che io non posso.
***Cosa sappiamo di te, se abbiamo solo versi,/ che ricordo è rimasto del mondo che hai avuto?/ Dal nascere al morire, hai sempre tratto profitto,/ o hai perso la vita per colpa dei tuoi versi?

lunedì 26 aprile 2010

...gli ruba il pesce (parte 3 e rotti)

(parte 1, parte 2)

...viste tutte le cose che sono successe ultimamente* non ho più scritto nulla a proposito della Grande Impresa Scientifica che mi ha tenuto impegnato, altresì nota come "nel peggiore dei casi, posso sempre fare il pescivendolo".

Ed ecco cosa è successo. Nell'uggiosa mattina del 22 dicembre (gravida fra l'altro di tantissimi altri avvenimenti molto più belli e clamorosi, che esulano però dall'oggetto di questo post) ho finalmente fatto conoscenza con il mio pesce -per gli amici, Alien: un coso di una decina di centimetri, dallo sguardo truce, colorazione a macchie scure e lunghi raggi delle pinne dorsali e anali, raggi che una certosina e accurata conta sotto lente di ingrandimento ha stabilito essere 50 i primi, 30 i secondi. Nella stessa occasione abbiamo preso anche altri riferimenti morfometrici (parolona!!) tipo lunghezze varie (testa-coda, occhio-opercolo, diametro occhio e così via). Alla fine il "corpo del reato" è stato portato nella sede di anatomia comparata e risurgelato, in attesa di passare all'analisi molecolare vera e propria.

L'appuntamento successivo è stato a metà gennaio (nel frattempo succedevano un sacco di altre cose anche qui ben più interessanti, ma si veda quanto scritto un paio di parentesi fa) e da qui in poi, dopo un paio di giorni per prendere confidenza con i vari strumenti di laboratorio (centrifughe, pipette, gel di agarosio... tutta roba di cui avevo sentito nominare fino allo sfinimento negli anni precedenti, ma che non avevo mai visto dal vero) è iniziato il lavoro vero.

E questo lavoro vero è iniziato con l'estrazione del DNA dalla bestia (per la precisione, da un pezzo di pinna) tramite reazione enzimatica (proteasi K) che, dopo vari lavaggi in etanolo, mi ha restituito una provettina piena di acqua e acidi nucleici ittici. A questo punto sono iniziate le PCR. Ne ho fatte tante. Ma tante. Ma veramente tante. Così tante che verso la fine sognavo ogni notte provettine Eppendorf che mi inseguivano.

Comunque, sopravvissuto anche a questo, siamo riusciti a ottenere un'amplificazione decente di una regione del citocromo b del nostro Alien (primer H15913, come se a qualcuno interessasse). Da questo, mandato a sequenziare, siamo riusciti a ottenere finalmente una sequenza da infilare in BLAST. Ci avviciniamo alla conclusione? La risposta (forse) nella prossima puntata!

つづく

*Ultimamente = negli ultimi quattro mesi; il senso del tempo ultimamente (ha-ha!) è andato a farsi benedire...

lunedì 19 aprile 2010

giovedì 11 marzo 2010

Un altro problema che ho ultimamente

Far capire al mio paninaro di fiducia che è perfettamente inutile che si metta i guanti per preparare il cibo, se poi ti dà il resto toccando i soldi con gli stessi guanti!

mercoledì 10 marzo 2010

giovedì 25 febbraio 2010

Ignominious Basterds

In pratica, la soluzione finale al problema...

Nel film di Tarantino, un Brad Pitt incazzato armato di coltellaccio marchiava con una svastica la fronte dei nazisti, perché in futuro non potessero negare le nefandezze commesse. Beh, oggi non ce ne sarebbe bisogno: a quanto pare questi qui ci mettono direttamente la firma.

domenica 14 febbraio 2010

Your hands in mine

Hai afferrato la mia vita
l'hai scossa e sbattuta
come si fa con i panni impolverati
le hai ridato aria, le hai restituito i colori
mi hai riconsegnato una versione pulita di me stesso
libera dalle paranoie, dalle false convinzioni
dalle impurità che si erano accumulate
negli anni.
Nessun altro ci sarebbe riuscito.
Hai mani forti tu
mani di ragazza, e di guerriera
mani capaci di afferrare e stringere
e di accarezzare
mani che portano segni
così simili ai miei
mani il cui tocco posso riconoscere
che riconoscerò sempre
che ricorderò sempre
anche solo sfiorandole al buio.

Hai afferrato la mia vita
e la tieni stretta
non mi importa cosa ne farai,
io te l'affido
cadendo in volo libero
ho trovato le tue mani
e la loro presa salda
qualunque cosa succederà
lungo qualunque strada
in cui mi troverò a camminare,
forse per caso,
porterò con me la lieve sensazione
delle tue mani
nelle mie.

sabato 30 gennaio 2010

漢字



虎 (on your skin!)

桜の花

日本語

修羅雪姫! (;P)

眼, 手, 唇, 背中, 脚, 乳房

武士

ジャスミンの 香水

(Sono più o meno tutti quelli che so... dubito fortemente bastino a scrivere una poesia, tantomeno a descrivere una persona; magari però posso farci un ritratto sfocato, l'opera di un bambino o di uno che non sa disegnare!
Ho sempre voluto imparare parole in mille lingue, lettere in alfabeti dimenticati
e pensare senza paura di essere capito
e comunicare senza paura di essere frainteso
le parole sono le chiavi delle cose
per ora forse posso farmi bastare queste
penso siano sufficienti per i concetti che voglio aprire
per tutto ciò di cui voglio parlare.
Chissà domani quali altre imparerò!)

(Ah, poi ci sono "okasaan" e "matte" che però non so come si scrivono...)

martedì 19 gennaio 2010

Il dialogo sconnesso del giorno

Tizio n°1: "Due innamorati? E cosa fanno, due innamorati?"
Tizio n°2: "Parlano di cose inutili, si cercano in continuazione, fissano il vuoto con sguardo ebete, guardano le stelle e muoiono di sospiri se non si vedono per più di due giorni."

Cherry blossom!

martedì 5 gennaio 2010

Gravitational balance

I think I could fall in this sky.
Gravity balances centrifugal spin*
and keep me down
but I feel like a little jump could be enough
to break this state of quiet
and to fling me over the clouds
over the edge of the sky, the orbit of the planets.
Flying in the outer space
acceleration, growing near lightspeed
would relent my personal time
making days long as years
making moments last forever.
I could turn into a little comet
an odd celestial body
which flies by chance without a definite orbit
(of course by chance).
It could be enough a little jump,
maybe a shove
to overturn my world
and break this gravitational balance.
I'm hoping you won't shove me
I'm hoping you will.

*(or centripetal force or what the hell is!)

Gravitational balance

domenica 3 gennaio 2010

Le sere che ti aspetto i pomeriggi che aspettano la sera

In mattine esteriormente vuote ma gravide di attesa
guardo la strada, la vita fuori dalla finestra
le cose si accavallano e si susseguono
scorrono come fiumi placidi, li guardo passare, non mi importa dove vanno
E sole e vento e pioggia e momenti sprecati e ore che si inseguono
e chilometri in macchina e a piedi e volti e persone e parole
più o meno inutili
e la testa sempre da qualche altra parte, mentre conto le squame ai pesci
(i pesci non pensano perché sanno già tutto)
o fingo di leggere assorto.
Sei più o meno in ogni cosa che faccio
sei più o meno in ogni cosa che faccio
mentre aspetto
di venire da te.