domenica 3 gennaio 2010

Le sere che ti aspetto i pomeriggi che aspettano la sera

In mattine esteriormente vuote ma gravide di attesa
guardo la strada, la vita fuori dalla finestra
le cose si accavallano e si susseguono
scorrono come fiumi placidi, li guardo passare, non mi importa dove vanno
E sole e vento e pioggia e momenti sprecati e ore che si inseguono
e chilometri in macchina e a piedi e volti e persone e parole
più o meno inutili
e la testa sempre da qualche altra parte, mentre conto le squame ai pesci
(i pesci non pensano perché sanno già tutto)
o fingo di leggere assorto.
Sei più o meno in ogni cosa che faccio
sei più o meno in ogni cosa che faccio
mentre aspetto
di venire da te.

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